Il chai o té speziato è il risultato ottenuto dalla campagna di marketing attuata dagli inglesi per invogliare gli indiani al consumo del tè. Verso il 1830 infatti la britannica Compagnia delle Indie Orientali iniziò a preoccuparsi del monopolio cinese sul tè, che costituiva gran parte del suo commercio e supportava l’enorme consumo di tè in Gran Bretagna.
Nel frattempo, narrano le cronache, Robert Bruce, un agente britannico operativo in Assam, si era reso conto che la bevanda consumata dai locali Singpho, era la stessa che veniva acquistata dai commercianti inglesi a caro prezzo dai cinesi. Da quel momento, era il 1823, e dopo un’iniziale indifferenza da parte del governo inglese, il tè in India ha iniziato a divenire molto importante dal punto di vista economico e culturale. Dopo aver notato l’esistenza delle piante da tè assamiche, infatti, gli inglesi riuscirono ad avviare delle coltivazioni e ad affinare il risultato fino ad ottenere, nel corso di 40 anni, un prodotto di discreta qualità.
Solo all’inizio del XX secolo tuttavia, quando ormai in Gran Bretagna il tè di provenienza indiana aveva raggiunto una notevole diffusione (nel 1870 oltre il 90% del tè consumato in Gran Bretagna era ancora di origine cinese, mentre nel 1900 questo dato era calato al 10%, mentre il tè coltivato nell’India britannica raggiungeva il 50%), i commercianti inglesi compresero che il più grande mercato potenziale si trovava proprio in India. I membri della Tea Association cominciarono a percorrere il Paese equipaggiati con bollitori, tazze in porcellana e naturalmente foglie di tè. Riuscirono gradualmente a portare il tè nelle case dei bramini più facoltosi, incentivarono le fabbriche, le miniere, i cotonifici a concedere delle pause per il tè per i loro lavoratori. Imposero la loro presenza anche nelle stazioni dei treni, supportando molti “chai wallahs” indipendenti e facendo concorrenza agli arabi che vendevano il caffè. Gli sforzi della Tea Association diedero i loro frutti: con il passare del tempo i commercianti introdussero il tè tra le loro merci e la bevanda si diffuse anche se non esattamente nel modo preventivato. Come già era avvenuto per altri alimenti, infatti, gli indiani adeguarono il tè ai loro gusti aggiungendo spezie e latte, e utilizzando una minor quantità di foglie rispetto a quelle indicate. Fu così che il tè entrò a tutti gli effetti nella cultura indiana.
Il masālā chāi, la bevanda indiana per eccellenza, è un tè aromatizzato con latte, zucchero e spezie - letteralmente significa infatti tè speziato – e viene chiamato anche solo chāi o cha, che è semplicemente il termine utilizzato per indicare il tè in molte lingue europee e asiatiche.
E’ una bevanda che viene consumata durante tutto l’arco della giornata, dall’alba al tramonto, a colazione come a cena, in famiglia e con gli amici.
Sebbene il caffè sia più popolare in alcune parti del sud dell’India, il tè è molto diffuso in tutta l’Asia del Sud, dove venditori di strada, chiamati “chai wallahs” si possono trovare praticamente ovunque. Il masala chai è oggi diffuso anche nel Nord America, in Gran Bretagna e Australia, grazie alla presenza di un grande numero di immigrati dal continente indiano e a note catene di caffetteria.
Il masala chaiIl chai viene servito generalmente molto caldo, quelli che lo assaggiano la prima volta lo trovano bollente, ed è una bevanda che disseta - grazie alle spezie presenti – ma che, al contrario del nostro caffè, non rende nervosi, ma anzi ha proprietà rinfrescanti e antiossidanti. Le piante del tè (in particolare la cammelia assamica) crescono nella regione dell’Assam fin dall’antichità, ma storicamente le popolazioni dell’Asia del Sud vedevano il tè come una preparazione medicinale erboristica piuttosto che come una bevanda. Alcune delle misture di spezie usate nel chai masala, chiamate Karha, che vengono tutt’ora utilizzate derivano dagli antichi testi dell’Ayurveda.
In India esistono diverse ricette per il chai con differenze talora notevoli dal nord al sud dell’India: ciò sia per le differenti qualità di tè usato che per le diverse spezie utilizzate nella preparazione. Il tè viene solitamente servito in piccoli bicchieri di vetro, ma in alcune zone è servito su tazzine di terracotta usa e getta, nel senso che appena si finisce di bere il tè la tazzina viene letteralmente gettata a terra, cadendo in frantumi sul suolo. Bere il tè in India, come peraltro in tutta l’Asia, è un’esperienza, è un motivo di aggregazione e socializzazione e durante un viaggio in India vi capiterà certamente che vi venga offerto un chai, mentre magari vi state riparando dal sole all'ombra di una palma o mentre trattate in un mercato affollato per acquistare un tradizionale vestito indiano.
Prepararare il masala chai è semplicissimo ed esistono numerose varianti che riguardano il metodo, la quantità e la scelta delle spezie. Il più semplice metodo tradizionale di preparare il masala chai è di bollire lentamente un miscuglio di latte e acqua con foglie di tè sciolte, zucchero e spezie intere. Le foglie di tè e i residui delle spezie sono tolte per mezzo di un colino prima di servire il chai.
Una diffusa pratica in Maharastra per la preparazione di una tazza di tè è mettere assieme mezza tazza di acqua con mezza tazza di latte e di porre il tutto sul fornello. Lo zucchero può essere aggiunto a questo punto o successivamente. Lo zenzero fresco è grattugiato nella mistura, seguito dall’aggiunta di un “tè masala”. Sebbene gli ingredienti possono variare da regione a regione, la preparazione comprende tipicamente cardamomo in polvere (oppure possono essere aggiunte alcune bacche di cardamomo intere), cannella in polvere, chiodi di garofano, zenzero in polvere e pepe in polvere (o in grani). La mistura è quindi portata a ebolizzione e viene aggiunto un cucchiaino di tè nero in foglie. Il chai è tolto immediatamente dal fuoco, coperto e lasciato in infusione per circa 10 minuti. Infine viene filtrato e servito.
Tradizionalmente il cardamomo è la nota di sapore dominante, supportato da altre spezie come i chiodi di garofano, la cannella, i semi di finocchio, l’anice, lo zenzero, il pepe nero: le ultime due aggiungono un “calore” al sapore e l’aspetto medicinale della bevanda.
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