(breve relazione)
Anche per il Giappone l’avvento del tè è circondato da un alone di mistero e magia.
Collocare temporalmente la scoperta di questa bevanda diventa suscettibile dell’interpretazione delle diverse fonti a cui possiamo attingere. Secondo la storia locale il tè in Giappone arrivo' nell'anno 805 d.c. ad opera del monaco buddista Dengyo Daishi, altre testimonianze lo collocano intorno al 700/800 d.c., dati e riscontri più approfonditi li ritroviamo agli inizi del XII sec. quando Il predicatore buddista Eisai considerato ’il padre del tè’ introdusse il tè in Giappone come elemento di un rito religioso.
In seguito bevanda fu associata alla ritualità del buddismo Zen.
Nel 1191, ha portato i semi di tè, insieme con la conoscenza pertinente alla coltivazione e alla lavorazione del tè dalla Cina in Giappone. In particolare, è accreditato per il suo impegno nel promuovere e diffondere la coltivazione del tè in tutto il Giappone e l'introduzione di bere il tè alla casta guerriera giapponese (Samurai*), a quel tempo una sorta di classe giapponese di nobili con grande influenza nella politica e nella società.
Nel suo libro "Kissa Yohjoh Ki" (traduzionen grossolana= 'una migliore salute attraverso tè', pubblicato nel 1211, Esai descrive in particolare gli effetti sulla salute rilevanti di bere il tè sul corpo e la mente.
Inizialmente il tè non si diffuse presso la corte dell’Imperatore, ma furono i *Samurai ad apprezzare la bevanda e a farne oggetto di scommesse: alcuni Samurai si rovinarono finanziariamente scommettendo sulla provenienza del tè.
In seguito anche la Corte imperiale ne apprezzò il significato mistico e attraverso i mille monasteri il tè divenne una bevanda conosciuta da tutti.
Nel tempo si perse il significato mistico e religioso, fu il sacerdote zen Sen-no Rikkyu (vissuto nel XVI sec.) che definì le rigide regole del cerimoniale che sono utilizzate ancora oggi.
Grazie a lui la cerimonia del tè cha-no-yu (ovvero acqua per il tè) intatta nel suo originario significato religioso si diffuse in tutto il Giappone, il tè divenne così importante che i signori della guerra (samurai) prima delle battaglie usavano celebrare il Cha-no-yu.
Esiste anche un altro metodo per offrire il tè e non richiede un cerimoniale così rigido è il SENCHA, così chiamato per il tipo di tè utilizzato.
Occorre un bollitore di ghisa, una teiera KYUSU e semplici tazze. Il bollitore serve per l’acqua, la teiera con la sua retina interna ferma le foglioline del tè e si può in questo modo preparare una successiva infusione.
CURIOSITA’ inerenti il tè in Giappone:
Il tè verde (RYOKUCHA) è molto diffuso in Giappone e lo si beve come da noi il caffè.
Negli ultimi tempi il Giappone ha aumentato l’importazione e il consumo di tè Nero.
Il tè prodotto in Giappone è in gran parte utilizzato per il consumo interno e solo una limitata quantità viene esportata.
LA REGIONE DI KAGOSHIMA nel sud del Giappone (nata dopo una grande eruzione vulcanica). è la seconda per piantagioni di té più importante in Giappone è conosciuta per il suo clima caldo. I tè sono coltivati con il classico sistema in ombra (KABUSE) al riparo dall’eccessivo calore del sole. Questa regione è una catena di ca. 22 vulcani. La tipica nebbia del Giappone meridionale circonda le montagne, e le punte delle montagne spiccano attraverso la nebbia, sembrando delle isole.
Da questa regione provengono i migliori SHINCHA (in giapponese 'primo raccolto') viene anche definito 'Il tè volante' essendo, in assoluto, il primo tè ad essere raccolto, immediatamente lavorato confezionato e spedito via aerea in tutto il mondo.
Il GYOKURO è il più pregiato tra i tè giapponesi anche in questo caso il tè viene ombreggiato, nelle ultimi tre settimane prima del raccolto.
La prefettura di Kyoto è particolarmente celebre per la qualità di Gyokuro prodotto; si trova nell’area Uji, tra le più rinomate in quanto a coltivazione di tè giapponesi.
Con il Gyokuro si produce il Matcha (tè in polvere) che si utilizza per la Cerimonia del tè.
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